Vivere il lavoro con soddisfazione

A chi non piace vivere il lavoro con soddisfazione?

Beh, in realtà non proprio a tutti. Questo articolo, però, è dedicato a chi pensa che un’occupazione non sia soltanto una fonte di sostentamento, di guadagno, o che si sente rassegnato in una posizione.

Fattori di soddisfazione/insoddisfazione

I motivi per cui puoi trovarti poco, per niente o non del tutto soddisfatto della tua professione sono disparati. Te ne indico alcuni:

  1. Sicurezza fisica: avverti un pericolo per la tua incolumità
  2. Condizioni contrattuali: precarietà, incertezza, incongruenza o non chiarezza
  3. Trattamento economico
  4. Valori: i tuoi valori confliggono più o meno profondamente con quelli dichiarati o palesati dall’organizzazione
  5. Scopo: l’attuale occupazione non ti permette di percepire che riesci a realizzarti come persona
  6. Relazioni: puoi sentirti emarginato, umiliato, vivere contrasti quotidiani
  7. Aspettative personali: le tue aspettative, tanto realistiche quanto frutto di idealizzazione – sono più alte o semplicemente diverse dalla realtà che stai vivendo

Queste sono solo alcune delle cause di insoddisfazione. Non esiste il lavoro pienamente appagante, tuttavia, esiste anche un punto di sopportazione, di rottura oltre il quale non si può più parlare di accettazione, adattamento o di compromesso. La percezione della situazione, così come la scelta di agire, sono però del tutto soggettive.

Quando una persona decide di affrontare insieme a me la propria situazione professionale, di per sé è già iniziato un processo evolutivo. Ben diverso, infatti, è il solo fatto di parlarne, magari con familiari o amici, perché ciò potrebbe corrispondere a un mero bisogno di lamentarsi, di sfogo da bar, cui non segue però nessun cambiamento di atteggiamento, di comportamento.

Spendere il tempo per lamentarsi è ben diverso da spendere il tempo per cercare soluzioni.

Saper valorizzare se stessi

Uno degli aspetti più importanti che mi trovo ad affrontare all’inizio o durante il percorso di accompagnamento è l’autostima, la valorizzazione di sé. Sia che tu voglia vivere con soddisfazione l’impiego attuale, sia che tu voglia cambiarlo, spesso un passaggio necessario è imparare a riconoscere le proprie risorse personali: qualità, abilità, valori, conoscenze e competenze. La consapevolezza di queste risorse è a mio avviso fondamentale in quanto essa costituisce:

  • il patrimonio che contraddistingue in maniera univoca ciascuna persona nel mercato del lavoro e che necessità tuttavia di essere comunicato (se non sai spiegare chi sei e perché puoi essere una valida risorsa per gli altri, chi lo potrà fare?!);
  • il fondamento per attivare la motivazione, la convinzione, la fiducia in se stessi per affrontare il cambiamento o vivere il lavoro con soddisfazione (se sei consapevole del tuo valore personale, del tuo potenziale anche la sfida di cambiare diventa più “facile”).

Sembra scontato, ma conoscere se stessi, le proprie risorse, rendersi conto di quale valore possiamo rappresentare per gli altri, non è affatto un aspetto scontato. Eppure…

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